domenica 25 settembre 2016

Recensione - Il mondo dell'altrove - Sabrina Biancu



“Che cosa c’è?” chiese la voce.
“Ho paura” rispose il bambino con una flebile voce.
“Di cosa?”
“Di crescere.”
“Come mai?”
“I grandi vogliono che dimentichi la fantasia e l’immaginazione. Mi chiedono di essere chi
vogliono loro.”
“Sai, puoi non farlo.”
“E come?”
“Tieni sempre accesa la tua mente, non smettere mai di inventare storie e di rifugiarti in
esse quando vuoi.”
Inizia così , in un modo molto poetico ed evocativo, il libro intitolato " Il mondo dell'altrove" di Sabrina Bianco; una raccolta di cinque racconti, che vi permetteranno di compiere un viaggio dove la bontà, la speranza e la fantasia sono protagonisti.
Il libro inizia con l'immagine di un bambino solo e triste, che ha paura di crescere. Accanto a lui comparirà un angelo custode che, attraverso la narrazione di diverse storie, gli infonderà coraggio e fiducia verso il futuro.

“E ora ci credi che se anche diventi grande non cambierà niente?”
Il piccolo annuì “Si, e ne sono felice. In questo viaggio abbiamo affrontato tante difficoltà
eppure sono cresciuto e maturato tanto pur restando ancora bambino.

In ogni racconto l'autrice ci presenta una diversa situazione e differenti personaggi che, ad un primo sguardo, sembrano distanti gli uni dagli altri, ma sono tutti accomunati del messaggio che il libro vuole trasmettere : non avere paura di sperare e di aiutare il prossimo. Ogni protagonista infatti risulta essere in serie difficoltà all'inizio del racconto, ma grazie all'aiuto di figure sempre differenti incontrate "per caso" sulla strada, riesce a risollevarsi e a ritrovare la felicità.

La fantasia viene vista come un luogo di rifugio dove si può trovare la forza per reagire e per affrontare numerose e diverse situazioni: dalla paura di cosa penserà il prossimo di noi, allo sconforto di non avere una casa e un lavoro.

Abbiamo tra le mani un libro che può essere letto da tutti, perchè può essere interpretato in modo differente, ma che trasmette il medesimo concetto. I temi sono trattati con semplicità e finezza, rendendoli comprensibili ed adatti ad ogni età.

L'unica cosa che non mi convince è la copertina, un po' piatta ed anonima, anche se molto fine e leggera; la vedrei meglio abbinata ad un libro di poesie.


venerdì 9 settembre 2016

Recesione - I fratelli Kimball - Valeria di Spezio



"Quella era stata davvero una pessima primavera, ricordata da tutti come “la primavera degli orfanelli” e divenuta, al pari dell’anno zero, un vero e proprio riferimento temporale.
Prima o dopo la primavera degli orfanelli? Così si diceva."

Valeria di Spezio ci presenta il suo libro intitolato "I fratelli Kimball", un romanzo con un tipico carattere austeniano che ci racconta la storia di una famiglia che vive nello Yorkshire del 1800.
Il libro autopubblicato dell'autrice stessa fa intuire il suo contenuto già dalla copertina, che raffigura un tipico salotto dell'epoca finemente arredato, catapultandoci subito indietro nel tempo.

La famiglia Kimball è una famiglia particolare e bizzarra, partendo dal nome, di non immediata collocazione britannica. Si compone di quattro membri, tutti eccellentemente descritti e con caratteri e personalità proprie.
La signora Kimball, ormai da diversi anni vedova, è la tipica mamma chioccia sempre indaffarata per assicurare un futuro ed una posizione sociale dignitosa ai suoi figli. John il primogenito, è un aspirante detective; la sua passione sono i segreti (che utilizza aimè sempre e solo a suo vantaggio). Alice, di ventitré anni, è in costante attesa alla finestra nella speranza che il suo amore ritorni da lei o il suo cuore guarisca.
Sarah, la terzogenita, ha diciannove anni, un carattere ribelle e ama leggere i libri appartenuti al padre perché è certa che al loro interno sia racchiuso il segreto della vera felicità.

"I fratelli Kimball" è un libro che ci mostra la società dell'epoca con ironia, facendoci notare le relazioni personali, le distinzioni di classe e le loro conseguenze sui comportamenti dei tre fratelli.
La struttura del libro, come già accennato, ricorda molto le opere della Austen, soprattutto “Orgoglio e pregiudizio”. Siamo infatti di fronte ad una famiglia di "umili" origini che viene catapultata in diverse situazioni e cercherà in ogni modo di trovare il suo lieto fine.
Intrigante e misterioso sarà l'incarico affidato a John da un ricco nobile proveniente dalla città, che piano piano porterà a coinvolgere tutti i membri della famiglia, riscoprendo vecchi scheletri sepolti da anni.
La narrazione si presenta fluida ed in linea con il tipo di romanzo.
Il lettore viene subito coinvolto e man mano che la storia prende consistenza, grazie anche all'aiuto di un narratore onnisciente, la storia diventa più complessa ed intrigata fino a terminare con un finale davvero a sorpresa.